L'olio di ricino fu usato come strumento di umiliazione e punizione, in particolare da parte delle squadre fasciste in Italia. Le vittime venivano costrette a ingerire grandi quantità di olio di ricino, provocando violenti attacchi di diarrea e disidratazione. Questo trattamento era spesso applicato a oppositori politici o persone considerate non allineate con il regime fascista.
L'uso dell'olio di ricino era inteso non solo a causare disagio fisico, ma anche a umiliare pubblicamente la vittima. La perdita di controllo corporeo e la conseguente diarrea erano considerate estremamente degradanti e servivano a minare la dignità e il rispetto dell'individuo.
Questo tipo di violenza era parte di una strategia più ampia del regime fascista per sopprimere il dissenso e imporre l'obbedienza attraverso la paura e l'intimidazione. L'olio di ricino, in questo contesto, divenne un simbolo della brutalità e della mancanza di scrupoli del fascismo. Era un modo per i fascisti di dimostrare il loro potere e di avvertire chiunque osasse opporsi a loro.
I seguenti sono alcuni degli aspetti chiave dell'uso dell'olio di ricino nel fascismo:
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